In questi giorni sono molto turbata dall'aver visto gli effetti della crisi economica : tanti, troppi giovani girano per la città con pantaloni stracciati che mostrano,in modo inequivocabile, l'impossibilità di essere aggiustati.
Incontro ovunque gruppi di questi poveri ragazzi con sguardi tristi e vuoti, non deve essere facile conservare dignità con squarci che,a volte, mostrano ciò che resta della biancheria intima.
Sono davvero preoccupata.
Qualcuno mi ha detto che è la moda, ma sono certa che è una bufala , come può una persona sana di mente comprare dei pantaloni stracciati? Sono certa,poi, che nel mondo del politicamente corretto sarebbe impossibile prendere in giro i poveri senza subire la condanna unanime dei social network.
Sono sicura che questa storia della moda sia una furbata dei politici per nascondere la crisi e continuare a dire che va tutto bene.
Non posso far finta di niente e così ho pensato di far adottare a distanza alcuni ragazzi italiani da alcuni ragazzi tanzaniani .
Il primo che adotterà un ragazzo italiano sarà Pio, costretto dalla paralisi cerebrale a gattonare, si consolerà sapendo che non è il solo con i pantaloni rotti nelle ginocchia, situazione che da sempre lo imbarazza. Sono certa che Pio regalerà volentieri i pantaloni nuovi che la nonna gli ha
finalmente comprato.
Il progetto funzionerà cosi : i ragazzi tanzaniani compreranno al mercato dell'usato di Iringa, 40 jeans usati in ottimo stato e li spediranno in Italia usando i volontari come corrieri. Mi sembra un bel
modo per aiutare i ragazzi italiani senza tanto clamore spendendo in tutto circa cento euro . A voi cari amici l'arduo compito di individuare i primi quaranta giovani.
Suggerisco di incominciare da quelli che hanno anche problemi di udito , li riconoscete dagli apparecchi acustici evidentissimi e dallo sguardo inespressivo di chi non sente cosa gli sta accadendo attorno.
Oltre la miseria anche la sordità!
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Bruna
martedì 31 maggio 2016
venerdì 4 dicembre 2015
Festa
Ieri abbiamo festeggiato la giornata mondiale della
disabilità nella missione del villaggio di Nfiome assieme ai bambini dell’asilo.
Ci siamo presentati con 3 mezzi stracarichi delle nostre dade e dei disabili che sono stati
accolti con un canto di benvenuto mentre hanno sfilato a passo di danza chi zoppicando e chi strisciando. Poi hanno ballato
cantato e recitato…ma ciò che davvero ha stravolto l’ordine naturale delle cose
è che alla fine hanno giocato tutti assieme.
Il significato di questa giornata, qui in Tanzania, è
davvero uno stravolgimento culturale: simboleggia il passaggio
dall’isolamento all’interno di case, cortili e capanne ad un festeggiamento nel quale i disabili diventano il centro…anche
se solo per qualche ora è la loro e la nostra vittoria. Oggi non c’erano
maestri che potevano permettersi di dire”questa scuola non va bene per te”, non
c’erano stregoni pronti a segnarli con tagli visibili per tutta la vita, nessuno ha potuto allontanarli per la credenza che dentro portino il demonio…oggi solo festa per loro.
Ciascun sogno si realizza alla fine;
c’è un sorso per appagare ogni sete,
e un amore per ogni cuore.
Gusatve Flaubert
Mansuri
E’ arrivato al centro un mese fa in stato di denutrizione:
due anni e 3 mesi per solamente 5 kg. La madre non riusciva a nutrirlo perché
appena il cibo giungeva alla bocca si scatenava un importante riflesso del
morso, che ostacolava l’alimentazione. Le nostre dade avevano trovato una
modalità non di certo da manuale, ma efficace: il cibo veniva colato in bocca
tra i pianti strazianti del bimbo che si sentiva soffocare. Il pasto era
vissuto come un evento traumatico, ma grazie a questo metodo il bimbo è
cresciuto di 2 chili.
Ilaria e Lucilla, due logopediste volontarie con noi per un
mese, hanno provato ad intraprendere
un’altra strada, insegnando alle dade l’utilizzo della siringa come
alternativa. Parallelamente sono stati
effettuati esercizi per migliorare il tono facciale, la motilità della lingua e
per abituare il bimbo a nuovi sapori, con gli obbiettivi di migliorare la
deglutizione e rendere il pasto un momento piacevole.
Ieri, oltre a non aver più le rughe di disapprovazione dalla
sua fronte, ha anche accennato un sorriso.
lunedì 30 novembre 2015
Pio
Pio è stato uno dei primi bimbi piccoli arrivati al centro.
Aveva due anni, piangeva disperatamente appena vedeva una faccia bianca, ora scrive e studia.
Negli anni sta cambiando l’attenzione delle mamme ed inoltre iniziamo ad essere una realtà conosciuta e rispettata nel teritorio di Iringa, arrivano a noi mamme con bimbi molto piccoli. Le prime volte che provavo a capire la storia di un bambino rimanevo allibita dalle risposte:
- A quanti mesi è nato?
-12
-Quando ha manifestato i primi problemi?
-Era un bimbo normale saltava, correva poi è morto (???), è arrivato lo stregone a fare
qualcosa (non specificato) e quando è rinato era cosi”.
In città qualcosa sta cambiando, nei villaggi lo stregone ancora è al vertice del sistema sanitario.
Pio (Agosto 2009) e Pio oggi appena sceso dal daladala (pulmino)
In città qualcosa sta cambiando, nei villaggi lo stregone ancora è al vertice del sistema sanitario.
Pio (Agosto 2009) e Pio oggi appena sceso dal daladala (pulmino)
lunedì 23 novembre 2015
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