sabato 5 aprile 2014

Casa di Faraja





Si fa presto a dire: La madre non collabora completamente perché non viene con regolarità.
Un' ora di cammino in un sentiero con salite, discese, fossi da superare per arrivare al centro di Pomerini, tutto ciò con una bambina in spalla. La gita alla casa di Faraja proposta da Laiza per meglio comprendere cosa significa realmente “CONTESTO NEL QUALE IL BAMBINO VIVE” ci ha violentemente ricondotto alla realtà…
Abbiamo trovato la piccola, seminuda nella capanna, al buio, in completa deprivazione sensoriale. Le Dade hanno invano chiamato e cercato la mamma nelle vicinanze della capanna.
A terra, in mezzo a roditori assomiglianti a dei criceti giganti…

I potenti del mondo firmano Convenzioni sui Diritti dei disabili e dei bambini…parallelamente gli Stati legiferano per garantire che questi Diritti vengano rispettati…Altri Governi stanziano cifre inimmaginabili per aiutare questi Stati…ONLUS, ONG, Associazioni di ogni genere organizzano raccolte fondi e scrivono progetti...ma Faraja trascorre la giornata sola, seminuda, al buio, per terra…

 

3 commenti:

Chiara C. ha detto...

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Le "Giulie" di Nyumba valgono l'esistenza di Nyumba !

boba giulia ha detto...

Niente può essere paragonato al degrado di Faraja abbandonata in mezzo ai roditori, ma intristisce ugualmente che nelle nostre opulente città sembra che stia comparendo una paura nuova, cioè che “ stiamo perdendo la speranza “.
In gennaio, in casa di lucio e bruna, ho respirato invece un’aria di “progetti” per il popolo della Tanzania e anche una forte determinazione per scremare il buono dei veri aiuti umanitari e scartare quanto risultava essere solo un intralcio.
Scalare il Kilimangiaro è un gioco da ragazzi se confrontato alle difficoltà che vi si mettono a traverso, ma la vetta non è solo vincere il degrado di Faraja ma, proseguire la strada che avete intrapreso che è quella di stare vicino, istruire e vivere con questo sfortunato popolo. Io il vangelo lo ascolto la domenica e voi lo mettete in pratica tutti i giorni!

D. ha detto...

Difficile commentare una realtà tanto lontana nella sostanza oltre che nelle distanze chilometriche, oggi si tende a globalizzare tutto ponendo queste diverse situazioni sullo stesso piano temporale,senza quindi fermarsi a ragionare su quanto tempo il mondo occidentale ha impiegato ad arrivare al nostro stile di vita bello o brutto che sia, pensare quindi che tutti i paesi del sud del mondo si conformino in poco tempo alle nostre realtà è solo utopia, certo chi come te Giulia è lì a cercare di dare un progetto reale in un luogo reale, a lasciare una traccia perchè si possa nel tempo migliorare l'atteggiamento mentale e culturale oltre che le problematiche fisiche delle disabilità e di chi deve gestirle, cercando poi al tempo stesso di risolvere problemi pratici, non può che indignarsi per il vuoto che si evidenzia bene nei tuoi scritti tra gli Stati, le Organizzazioni che mandano fondi e le singole piccole,tragiche realtà come quella di Faraja. Non si può accettare lo stregone che non rappresenta il folklore o la tradizione ma solo un tragico oscurantismo, non si può accettare la sofferenza di tanti essere umani per noi che non vogliamo soffrire neppure per un mal di pancia ma credo che al tuo ritorno tu possa raccontare queste esperienze e mettere in evidenza le manchevolezze, i vuoti di un sistema, quello della beneficenza in senso lato che noi qui non conosciamo, facciamo donazioni o parliamo di associazioni governative e non senza conoscere poi quello che succede nella realtà, spesso si ascoltano relazioni dove si tendono a enfatizzare i successi, dove sembra che in quel progetto tutto sia perfettamente organizzato, tu giustamente metti, per usare un modo di dire, il dito nella piaga evidenziando sopratutto i problemi, le manchevolezze che hai incontrato nella tua esperienza quotidiana, anche questo potrebbe essere una traccia utile da lasciare per poterla seguire da coloro che non possono o vogliono andare materialmente a fare volontariato ma che spesso ne parlano senza appunto conoscere le realtà da te messe così bene in evidenza.